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Le misure di contenimento alla pandemia stanno trasformando il sistema museale italiano e non solo. Dai tour virtuali alle biglietterie online, le tecnologie stanno mantenendo il contatto fra beni culturali e comunità, ma sono molti gli ostacoli ancora da affrontare per rendere il settore realmente inclusivo e accessibile.

Nel 2001 John Bramblitt perde la vista, ma tramite la visualizzazione tattile riesce a dipingere sulla tela i soggetti creati dalla sua mente. «Questo pittore – scrive Alessandra Alasia – non vede i suoi dipinti, ma li sente!». Sviluppa poi una tecnica grafica consona a persone non vedenti, diffusa con il nome di “Stile Bramblitt” e insegna ai bimbi e alle bimbe non vedenti a dipingere, trasmettendo così la gioia di poter creare. Oggi gode di fama internazionale e il suo messaggio è: «Non vedi? Allora dipingi!».

Terminata la pausa natalizia riprende l’anno scolastico 2020/2021 con la supervisione del Covid 19, tra incertezze e proclami che si allontanano facilmente da quello che è lo stato reale delle cose. La scuola non si è mai fermata anche se su tutto il territorio ha avuto aperture e chiusure “a singhiozzo”, la DDI ha continuato il suo percorso.

USA. “La liberazione è una grande motivazione, come l’idea di essere autosufficienti“. Sono le parole di Thomas Panek, il runner statunitense cieco che, grazie a una nuova tecnologia in fase di sperimentazione ha corso 5 chilometri a Central Park (New York) senza il suo cane guida o l’aiuto di un’altra persona. Da anni sognava di correre come faceva prima di perdere la vista, senza paura e senza un cane legato al polso come guida.

Il Presidente Barbuto: “Aggressioni e intolleranza in aumento ovunque confermano mancanza di cultura del rispetto e dell’inclusione per i più fragili che mina libertà e sicurezza di tutti. Urgente una maggiore tutela per i non vedenti e più controlli”.

GENOVA. Monica Gori, 40enne ricercatrice nelle neuroscienze, è una delle vincitrici degli Starting Grant concessi dallo European Research Council (ERC). Un milione e mezzo di euro andranno per un progetto che porterà a dispositivi per migliorare l'orientamento nello spazio dei piccolissimi con disabilità visiva.

«Nessuno dev’essere incluso perché nessuno dev’essere mai escluso – scrive Marino Bottà -, non dovremmo quindi parlare di cultura inclusiva, ma di cultura della legittimazione della disabilità e della diversità. Dovremmo infatti fare in modo che la disabilità fosse considerata come una normale diversità delle persone. Parlando però ad esempio di lavoro, nell’attuale palude sociale si stanno sviluppando l’assuefazione e la ricerca assistenziale come alternativa al bisogno di occupazione. E qui dev’essere lo stesso mondo della disabilità a pensare al proprio futuro e indicare la giusta strada».

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