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Corriere della Sera.it del 27-06-2018

Sono circa 190mila gli italiani con problemi di vista e udito, oltre la metà prigionieri in casa. Un convegno a Roma in occasione della prima giornata nazionale dei sordociechi, oggi 27 giugno, promossa da Lega del Filo d’Oro e Unione italiana ciechi e ipovedenti.
Francesco Mercurio, 37 anni, è cieco dalla nascita ed è diventato sordo all’età di 10 anni. Da piccolo sognava di fare il poliziotto, come il papà. La vita, però, gli ha presentato altre sfide. E lui non si è arreso, riuscendo anche a laurearsi in giurisprudenza, con 110 e lode. «Ho discusso una tesi sulla “Tutela delle persone disabili nella Costituzione e nella normativa di attuazione” - racconta -. Ora lavoro come consulente legale per la Lega del Filo d’Oro (è presidente del Comitato delle persone sordocieche, ndr) occupandomi della difesa dei diritti delle persone con disabilità. Oggi ci sono persone sordocieche che vivono segregate in casa, e questo non è accettabile. Siamo stanchi di sentirci dire “poveri sordociechi”, siamo persone come gli altri e abbiamo diritto alla piena cittadinanza». Francesco ha portato la propria testimonianza al convegno «Ricordando Helen Keller», organizzato a Roma in occasione della prima Giornata nazionale dei sordociechi, istituita dall’Unione europea dei sordociechi e promossa in Italia dall’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti (Uici) e dalla Lega del Filo d’Oro, per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulle condizioni in cui vivono queste persone.
108mila persone confinate in casa.
La data scelta per la giornata non è casuale: quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della morte della scrittrice e attivista americana Helen Keller, nata il 27 giugno 1880, sordocieca dall’età di 18 mesi, che riuscì a imparare a scrivere, a parlare, fino a laurearsi e a diventare insegnante e scrittrice. La sua esperienza di vita ancora oggi viene presa come esempio e applicata in campo riabilitativo per ottenere risultati di crescita e di inclusione di persone che vivono la condizione di disabilità sensoriale. Nel nostro Paese, secondo un recente studio dell’Istat, promosso dalla Lega del Filo d’Oro, a soffrire di patologie che coinvolgono sia la vista che l’udito sono circa 190mila persone, di cui 108mila non autosufficienti nelle più elementari attività quotidiane, come camminare, lavarsi, vestirsi, prendere un mezzo pubblico. Alla disabilità sensoriale, infatti, si aggiungono problemi motori in cinque casi su dieci o disabilità mentali in quattro casi su dieci.
Diritto all'inclusione.
«La giornata rappresenta l’occasione per far conoscere la realtà di molte persone costrette a vivere confinate in casa senza la possibilità di accedere al mondo esterno e partecipare alla vita sociale a causa della loro condizione di pluridisabilità - sottolinea Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d’Oro -. È un momento di confronto fondamentale tra istituzioni e associazioni del terzo settore per fornire risposte concrete ai bisogni delle persone sordocieche, partendo dal diritto all’inclusione. La piena attuazione della legge n. 107 del 2010, che riconosce la sordocecità come una disabilità unica e specifica, potrebbe agevolare questo processo, rappresentando un punto di partenza per queste persone e le loro famiglie».
Oltre le barriere.
Secondo le associazioni che rappresentano le persone sordocieche, occorre garantire tutele a tutte le persone con disabilità plurime e dare risposte mirate ai loro bisogni specifici. Spiega Mario Barbuto, presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti: «Vorremmo far comprendere al Governo e alle istituzioni l’importanza di ampliare e proseguire il percorso di tutela delle persone sordocieche e con pluridisabilità, dando loro l’opportunità di gestire il proprio ambiente domestico e sociale con il maggior grado di autonomia possibile, sviluppando nuove competenze, strumenti di comunicazione ed innovazioni sempre più utili ed efficaci per superare le barriere che ostacolano una vita realmente inclusiva». Aggiunge il vicepresidente Uici, Stefano Tortini: «Serve una legge quadro a tutela delle persone con disabilità plurime, che garantisca loro gli stessi servizi ovunque, senza dover affrontare notevoli disagi per accedervi, anche a centinaia di chilometri da casa. Stiamo costruendo un network tra associazioni ed enti che si occupano di pluridisabilità, operatori sociali, persone con disabilità sensoriale e loro famiglie per avere una rappresentanza forte presso le istituzioni».
Più investimenti sulla disabilità.
Le persone con disabilità sensoriale già utilizzano diversi sistemi di comunicazione: dalla LIS tattile, cioè il sordocieco ascolta toccando con le proprie mani quelle del suo interlocutore, al sistema Molossi, in cui ogni dito della mano corrisponde a una lettera dell’alfabeto, che viene insegnato ai bambini insieme alla dattilografia, fino alla comunicazione pittografica, dal Tadoma al Braille. E stanno aumentando altri strumenti innovativi di comunicazione che possono favorire l’inclusione delle persone sordocieche nella società e anche nel mondo del lavoro. Ma occorre renderli accessibili a tutti. «Chiediamo alle istituzioni e al nuovo Parlamento di investire di più sulla disabilità per far sì che le persone abbiamo maggiore autonomia e siano attive nella società - conclude Francesco Mercurio -. Continuare a tagliare i servizi, invece, comporterebbe anche un maggior costo, in futuro, per l’assistenza».
di Maria Giovanna Faiella

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